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Essere adolescenti in tempi di Covid-19 e di secondo lockdown: intervista ad Adelia Lucattini

La pandemia da Covid-19 è una situazione di stress prolungato, si parla di “cronico” quando tecnicamente supera i sei mesi. Ne parliamo con Adelia Lucattini, Psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e child analyst dell’International Psychoanalytical Association.

Che cos’è l’adolescenza di cui si sente parlare così spesso?

L’adolescenza è un importante periodo nella vita degli individui che inizia intorno ai 12 anni e si conclude tra i 22 e i 24 anni. È un lungo periodo in cui avvengono importanti trasformazioni fisiche, emotive, affettive e mentali, fondamentali per poter vivere bene e in salute psicofisica anche l’età adulta. Al di là di quello che si crede non è e non può essere il periodo “più” spensierato della vita, né deve esserlo in modo “ideologico” poiché è un periodo di scoperte e di formazione. È inoltre il momento della vita in cui si presenta la necessità di fare il lutto dell’infanzia, per potersene separare anagraficamente e recuperarla psichicamente.

Durante gli anni dell’adolescenza si verificano avvenimenti nuovi e per certi versi sconvolgenti nella vita dei ragazzi e delle ragazze: lo “scatto puberale” con la maturazione sessuale, l’inizio della vita sociale come scoperta e l’ingresso nel gruppo dei “pari” (i coetanei), la lenta conquista dell’autonomia psicologica dai genitori e dalla famiglia. Gli adolescenti hanno strumenti diversi rispetto agli adulti per rispondere e far fronte a situazioni stressanti, sia per ragioni biologiche che psicologiche.

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