La realtà Virtuale in Psicoterapia
La Realtà Virtuale in psicoterapia è uno strumento che permette di mediare tra lo studio del terapeuta e il mondo reale (Vincelli & Riva, 2007). L’esperienza che si fa attraverso questo strumento innovativo è estremamente immersiva e coinvolgente a livello cognitivo e percettivo ma controllata e condivisa con il terapeuta. Lui è lì a calibrare l’esposizione e a guidare il paziente. Si ha il tempo e il modo di soffermarsi sulle emozioni, si possono pensare, contenere ed elaborare in maniera sempre più consapevole.
Nel trattamento di alcune sintomatologie la Realtà Virtuale possiede diversi notevoli vantaggi. Pensiamo ad esempio al trattamento dei Disturbi d’Ansia: questo strumento consente di fare esperienze altrimenti quasi impossibili, se non in fantasia, come recarsi in un aeroporto e salire su di un aereo oppure salire su un palco e trovare una platea che ascolta, affacciarsi da un balcone al settimo piano. Si superano in questo modo i limiti ma anche i costi e i rischi di un’esposizione reale. Inoltre va considerato che a volte la possibilità del paziente di immaginare l’interazione con lo stimolo fobico è compromessa da un’attivazione troppo soverchiante. Usare la Realtà virtuale ci consente di ovviare a questa difficoltà oggettiva.
Lo psicoterapeuta costruisce per ogni singolo paziente una gerarchia di stimoli critici che sono alla base della sintomatologia su cui si vuole lavorare e pianifica un programma di desensibilizzazione, esponendo il soggetto all’esperienza in maniera graduale.
Lo psicoterapeuta può esporre infatti il paziente allo stimolo minaccioso controllandone diversi aspetti (come l’intensità, la grandezza, la distanza…), evitando ogni rischio di ritraumatizzazione e identificando più agevolmente le angosce sottostanti il sintomo. Gli ambienti a cui si espone il paziente in Realtà Virtuale, proprio perché, come abbiamo detto, sono protetti e controllati, offrono la possibilità di emozionarsi ed agire potenziando i propri punti di forza. È ovviamente indispensabile, perché tutto questo avvenga, che il terapeuta possa ascoltare il paziente e dialogare con lui.
Articolo della dott.ssa Francesca Di Girolamo, Psicologa e Psicoterapeuta dello Studio di Psicologia.
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